1920-1945: col 6 se va a Barcola, col 5 in Ospedal

di Davide Damiani*

Nel 1925 la rete tranviaria è rimaneggiata con l’istituzione di linee dirette fra il centro e la periferia, e vengono sistemati i binari nel centro urbano trasferendo l’asse delle comunicazioni fra il nord e il sud della città all’esterno di piazza Unità. Inoltre viene creato l’anello di piazza della Libertà per rendere più regolari le comunicazioni con i sobborghi di san Sabba da una parte e di Guardiella dall’altra. Nel 1925 la rete tranviaria è composta dalle seguenti linee:

  • linea 1: San Sabba - San Giacomo - stazione centrale;

  • linea 2: Boschetto - Campo Marzio - Servola;

  • linea 3: Boschetto - stazione Campo Marzio;

  • linea 4: piazza Garibaldi - stazione Campo Marzio - Arsenale;

  • linea 5: piazza Perugino - Roiano;

  • linea 6: piazza Goldoni - Barcola;

  • linea 7: Boschetto - stazione centrale;

  • linea 8: stazione centrale - Campo Marzio.

Successivamente sono ultimati i lavori per il nuovo tracciato della linea per Servola, attraverso le due gallerie e la via del Broletto, prolungandone il percorso dalla casa dell’emigrante sino ai piedi del colle di Servola (apertura il 25 dicembre 1925).

L’Azienda Tranviaria, continuando il piano di ampiamento della rete, prolunga i binari dalla rotonda del Boschetto sino alla chiesa di san Giovanni (apertura il 24 maggio 1926). Questa estensione valorizza tutta la conca di Guardiella, che diviene capolinea delle linee 2, 3, 7 e 9, in servizio a Servola, Campo Marzio, stazione centrale e Sant’Andrea, collegando tutti i quartieri industriali, commerciali e civili di Trieste. Un servizio interstazione, inoltre, è istituito con l’apertura della linea 8 (Roiano - stazione centrale - stazione di Campo Marzio). A queste linee fa seguito, nel novembre del 1926, l’inaugurazione della tranvia numero 10 (piazza della Borsa - via Fabio Severo).

Il 27 aprile 1928 la trenovia Trieste-Opicina subisce una modifica agli impianti. Sul tronco piazza Scorcola - Vetta Scorcola, con una pendenza del 25%, la cremagliera è sostituita da un sistema a funicolare.

Il 23 dicembre 1928 l’Azienda Tranviaria conclude la fase di espansione del servizio tranviario inaugurando, presenti le massime autorità cittadine, la linea 11 (piazza Verdi - rione del Re).

Sono 124 le motrici e 81 i rimorchi che percorrono le vie di Trieste in questi anni. Esse assumono i nomi delle località in cui furono costruite e delle fabbriche che le produssero. Oltre alle già ricordate "Union" e "Graz", sono in servizio le "Bagnara", le "Savigliano” e le “Bologna”. I triestini con tono faceto affibbiano alle vetture nomignoli simpatici e soprannomi. Così ricordiamo i rimorchi "panzon", dalla comoda forma arcuata, i “camera e cusina”, lo “sbrufador” (derivato dalla motrice “Union” n. 155), strano veicolo adoperato per annaffiare le vie non ancora asfaltate, e la “bisarca”, motrice “Graz”, particolarmente traballante, che di solito percorre la linea 7 (stazione centrale – San Giovanni).

Contemporaneamente allo sviluppo e all’ammodernamento della rete tranviaria, vengono attivati i primi servizi automobilistici urbani e suburbani. Il 1° marzo 1920 la ditta Giovanni Passerini e C. apre all’esercizio la autolinea Trieste - Barcola - Miramare; il 25 agosto 1923 la ditta Carlo Boccini ottiene, in via provvisoria, la concessione in esercizio di due linee urbane; il 1° ottobre 1924 la ditta Romolo Brunelli inaugura la Trieste - Trebiciano e il 1° gennaio 1927 la Società di Navigazione Libera Triestina ottiene in concessione l’autolinea urbana via Lazzaretto Vecchio - via Besenghi. Il 3 marzo 1930 i Magazzini Generali di Trieste attuano con due autoelettriche VAI, dotate ciascuna di due motori elettrici da 6 HP. la linea piazza Libertà - Punto Franco Vittorio Emanuele III, coprendo così il percorso dell'ultima tranvia a cavalli triestina.

Nel 1933 parte da Barcola per i Bagni Cedas (Miramare) la prima vettura automobilistica delle Tranvie Municipali (solo balneare estivo). Fra il 1933 e il 1934 giungono dalla Stanga di Padova le prime motrici a carrelli, mentre, sempre nel 1934, le Tranvie Municipali vengono aggregate, agli effetti amministrativi, agli altri servizi pubblici gestiti dal Comune, dando così origine a una azienda mista: l’Azienda Comunale Elettricità, Gas, Acque e Tranvie (AGEGAT).

Nel 1934 la rete tranviaria triestina risulta formata dalle seguenti linee:

  • linea 1: stazione Centrale - piazza Goldoni - via dell’Istria - stadio

  • linea 2: Boschetto - via Giulia - portici di Chiozza - gallerie - Servola

  • linea 3: Campo Marzio - rive - piazza Goldoni - portici di Chiozza - San Giovanni

  • linea 4: piazza Garibaldi - piazza Goldoni - rive - Campo Marzio

  • linea 5: piazza Perugino - Ospedale Maggiore - via Dante - via Udine - Roiano

  • linea 6: Barcola - stazione centrale - via Carducci - portici di Chiozza - San Giovanni

  • linea 8: campo Marzio - rive - stazione centrale - Roiano

  • linea 9: Campi Elisi - Arsenale - rive - piazza Goldoni - portici di Chiozza - San Giovanni

  • linea 11: rione del Re - via Piccardi - via Ginnastica - piazza Verdi

Come promemoria per gli utenti, il poeta vernacolo compone la canzone popolare:

col 2 se va a Servola, 
col 4 in Arsenal
col 6 se va a Barcola
col 5 in Ospedal
col 1 in cimitero 
col 7 in stazion
col 9 in manicomio
col 10 in canon!

Il 1935 segna una svolta nei trasporti pubblici triestini. La linea numero 10, già tranviaria sul percorso via Fabio Severo - piazza della Borsa, diviene automobilistica, mentre fanno la comparsa i primi filobus della linea 12 (detta linea dei Colli), sul percorso piazza Goldoni - campo Marzio. Nello stesso anno la trenovia Trieste Opicina riceve le prime vetture a carrelli costruite dalla Stanga di Padova. Contemporaneamente è arretrato il capolinea a Opicina Paese. Nel 1938 è soppressa la linea tranviaria 4, sostituita dalla filovia 4 sul percorso piazza Goldoni - via Sonnino - Ippodromo.

La rete triestina, divenuta auto-filo-tranviaria, conta così: 9 linee tranviarie, 2 linee ferroviarie e una linea automobilistica. Il parco rotabile risulta composto da: 100 motrici tranviarie, 56 rimorchi tranviari, 10 filobus e 6 autobus. Fra il 1938 e il 1942 altre vetture a carrelli, costruite dalla Stanga di Padova, entrano in servizio. Sempre nel 1942 giungono nuovi filobus destinati alla linea 10, divenuta filoviaria.

Durante la Seconda Guerra Mondiale i bombardamenti e l’occupazione tedesca colpiscono duramente Trieste. I depositi e l’officina del Broletto sono bombardati e diversi rotabili danneggiati. Autobus e filobus sono costretti a rimanere fermi per mancanza di pneumatici. I tram percorrono le vie cittadine adattati con grandi baffi bianchi per essere visibili durante le ore di oscuramento. L’azienda è costretta a sfruttare il materiale rotabile sino al limite. In seguito alla carenza di energia elettrica e ai danni ai cavi di alimentazione, le vetture sono fatte marciare con i motori collegati in serie - e quindi a velocità ridotta - per cui bisogna mantenere in servizio un numero maggiore di vetture con conseguente impossibilità di una buona manutenzione periodica. Rimorchi di tipo estivo con teloni ai lati vengono usati in ogni stagione con il simpatico soprannome popolare di caponere. Gli effetti della guerra costringono l’ACEGAT a limitare le spese di ripristino per oltre sei anni (1940-1945), nel corso dei quali è possibile soltanto fare fronte alle necessità del momento.

*questo articolo è tratto dal volume I trasporti a Trieste, a cura dell'Azienda Consorziale Trasporti di Trieste, 1981.

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