di Davide Damiani*
A ridosso di Trieste si erge l'altopiano carsico le cui località sono collegate al centro urbano con numerose linee, per lo più automobilistiche e da una linea tranviaria sui generis per il tipo di trazione (impianto a fune) nella tratta di maggior pendenza: la trenovia Trieste - Opicina.
Opicina era "servita" inizialmente da due linee ferroviarie: la Trieste Centrale - Postumia gestita dalla Società delle ferrovie meridionali o "Südbahn" e la Trieste Campo Marzio - Piedicolle gestita dalla Società dell'Imperial Regia Ferrovia dello Stato ("k.k. St.b.").
A cavallo del '900 vennero elaborati i primi progetti per un collegamento su rotaia tra Trieste e Opicina (Opčina, in sloveno) con eventuali diramazioni verso le altre località dell'altopiano carsico, era previsto in particolare il prolungamento verso Monrupino - Duttogliano fino alla Valle del Vipacco: la prima guerra mondiale mandò in fumo anche questo progetto.
Il 9 gennaio 1901 la "Società Generale di Elettricità", con sede a Vienna, ottiene l'incarico di costruire una linea tranviaria fra Piazza Caserma (oggi Piazza Oberdan) ed il Centro di Villa Opicina, a 329 metri sul livello del mare. Provveduto immediatamente all'impianto, la gestione è affidata alla "Società Anonima Piccole Ferrovie" per la durata di 50 anni (poi prolungata a 60). Il 5 settembre 1902 la linea è collaudata ed il giorno 9, alla presenza delle Autorità e della stampa, la Trieste - Opicina è trionfalmente inaugurata. Un clamoroso incidente mette, però, a soqquadro la città. Il 10 ottobre, alle 7,30 del mattino, la motrice n. 4, unica del tipo estivo con fiancate aperte e griglia metallica, a Scorcola, causa la rottura di un freno, deraglia e si ribalta. In seguito a ciò nasce una canzone:
E anche el tran de Opcina xe nato disgrazia:
vignindo zò per Scorcola
'na casa el ga ribalta.
Bona de Dio
che iera giorno de lavor e drento no ghe iera che '/ povero frenador!.
Dopo l'incidente tutto però torna alla normalità. La Società migliora il servizio ed accresce il parco rotabile. Le 6 motrici d'origine, salgono ad otto, più un carro merci chiuso, che, a differenza delle vetture passeggeri dipinte in verde, è di color grigio. La linea che collega Trieste Centro con Villa Opcina è una linea tranviaria lunga km. 5,175, con scartamento metrico e trazione elettrica a c.c. 550 Volt. È una tranvia speciale perché rappresenta un interessante connubio tra tranvia extraurbana e funicolare, tanto che ha avuto i nomi più svariati (come trenovia, elettrovia ed altri) per l'impossibilità di definirla in una delle categorie abituali. Se si ha presente l'andamento altimetrico dei dintorni di Trieste, a ridosso della quale fa strapiombo l'altopiano carsico, ci si può rendere subito conto del difficile problema presentatosi, allorché si volle collegare la città, a livello del mare, con le più prossime località situate sull'altipiano e che si affacciano sul golfo omonimo fino ad un'altezza di 348-metri s.l.m. Si trattava di superare tale dislivello in pochi chilometri e solo una linea a trazione sussidiaria poteva risolvere il problema... Le vetture tranviarie partono dalla centralissima Piazza Oberdan e, percorse poche centinaia di metri su strada ordinaria (a binario unico e quindi spesso contro mano), giungono all'inizio del tratto a funicolare in Piazza Scorcola. Qui trovano il mezzo sussidiario che le spinge sul tratto acclive (che raggiunge la pendenza massima del 250 per mille) sino alla fermata di Scorcola Vetta (lunghezza di questa tratta km. 0,805). Il mezzo sussidiario è cambiato durante l'esercizio. Dall'inizio del servizio (10.9.1902) sino al 1928 funzionarono locomotori elettrici di spinta e freno ingranante una cremagliera, mentre dal 27.4.1928 ai giorni nostri come locomotori sussidiari vengono usati carrelli azionati a mezzo funi. Lasciato il locomotore ausiliario le motrici continuano, in sede propria, a semplice aderenza e con pendenza dell'80 per mille, il proprio viaggio risalendo il costone del monte che le porta alla fermata Obelisco e scendono poi in marcia-tram, affiancate alla strada, sino all'abitato di Opicina, ove si attestano a lato dell'officina-deposito.
Un tempo (dal 1906 al 1936) la linea proseguiva sino alla stazione di Opicina Ferrovia; la lunghezza dell'intera linea era di km. 6,305.
Da capolinea a capolinea, le fermate e le stazioni assommano ad undici. Poiché con il sistema funicolare un treno ascendente deve necessariamente incrociarsi a metà percorso con uno discendente, alla stazione di Scorcola Vetta sosta una vettura di vecchio tipo a due assi che, unita al locomotore, serve a fare da contrappeso nel caso che l'orario non comporti una corsa discendente. Al riguardo della funicolare, bisogna notare come il percorso non sia rettilineo, bensì discretamente tortuoso, donde la necessità di guidare i cavi di trazione con un numero enorme di carrucole, disposte con opportuna inclinazione lungo la linea, che accompagnano la marcia delle vetture con un caratteristico sordo rumore...
L'ACEGAT, subentrando al Comune a partire dal 1970 nella gestione della linea, provvede ad attribuirle un numero di servizio: viene scelto il N°2 (e con il N°4 vengono identificate le varie autocorse che fanno capo al deposito di Opicina).
Tutto l'impianto, al momento della municipalizzazione, si presenta in condizioni assai precarie per cui si rende necessario sostituire i pali di legno con quelli di ferro, rifare alcuni tratti di binario e di linea aerea; le vetture vengono totalmente revisionate nelle officine del Broletto.
Anche per la funicolare viene decisa la revisione. Vengono dapprima ordinati due nuovi carriscudo (alla stessa ditta Bell che nel '28 aveva trasformato la cremagliera in funicolare) del tutto simili, per la parte meccanica, a quelli già in servizio.
Successivamente dal '76 al '78 si provvede a rifare tutto il binario e le opere di canalizzazione necessarie a convogliare le acque piovane ed a revisionare, almeno parzialmente, la parte elettrica.
Dal 6 marzo del '78 è ripreso il servizio regolare, con la clausola da parte dell'Ente Sorvegliante, di dare piena attuazione alle nuove normative tecniche in materia di impianti a fune (l'AC.T. ha già elaborato il progetto di massima).
Il servizio risulta cosi disimpegnato: partenze dal capolinea ogni 22 minuti, con inizio del servizio alle ore 7,08 (da Opicina) e 7,42 (da Trieste) e termine del servizio alle ore 19,36 (da Opicina) e 20,10 (da Trieste). Sono impiegate tre delle cinque motrici disponibili, mentre due sono in revisione. Gli incroci avvengono sempre: uno sul tratto funicolare e l'altro alla fermata di Conconello. Dopo la soppressione dei tram urbani, Trieste ha salvato la sua ultima tranvia che, tra l'altro, è l'unica con queste caratteristiche in Europa.
*questo articolo è tratto dal volume I trasporti a Trieste, a cura dell'Azienda Consorziale Trasporti di Trieste, 1981.