Letismart, l'autobus che parla con il bastone bianco delle persone non vedenti

La tecnologia Letismart consente di far dialogare vocalmente gli autobus del servizio di trasporto pubblico locale con il bastone bianco delle persone non vedenti o ipovedenti. L’idea nasce nel 2016 da un incontro fra Marino Attini, allora presidente della sezione triestina dell’Unione Italiana Ciechi, e Trieste Trasporti. Fino a quel momento gli autobus comunicavano con le persone con disabilità visiva tramite un sistema a raggi infrarossi, lo stesso usato dai telecomandi delle TV. Ma la tecnologia, per diverse ragioni, non aveva mai funzionato: le informazioni che si potevano veicolare erano molto limitate e inoltre era sufficiente che ci fosse un ostacolo (o più banalmente una curva) fra la persona e l’autobus per impedire che la comunicazione avvenisse correttamente. L’alternativa a cui si stava in quel momento lavorando era una app dedicata: ma anche l’app venne ritenuta inadeguata sia per l’imprecisione dei sistemi di geolocalizzazione e sia perché una mobile app avrebbe costretto la persona non vedente a utilizzare il cellulare per orientarsi, oltre al bastone bianco.

Marino Attini propose allora di integrare nel manico del bastone bianco un circuito elettronico che fosse in grado di dialogare con gli autobus in radiofrequenza attraverso un sistema di radiofari installati a bordo dei mezzi, collegati con l’AVM (il sistema di monitoraggio e geolocalizzazione della flotta). Trieste Trasporti e il Lions Club di Trieste finanziarono lo startup del progetto e la SCEN, un’azienda triestina di ingegnerizzazione e prototipazione elettronica, lo fece proprio come progetto etico.

I primi radiofari sperimentali furono installati nel 2019 su dieci autobus di linea di Trieste Trasporti, dopo due anni di ricerca e sviluppo: ad alcune persone non vedenti fu fornito il bastone elettronico affinché lo potessero sperimentare. L’inizio fu molto faticoso come sono faticose tutte le nuove tecnologie. Furono fatti diversi interventi correttivi ma oggi la tecnologia Letismart è pienamente operativa su tutta la flotta di Trieste Trasporti (prima città al mondo) e su tutta la flotta urbana di Tpl Fvg, il consorzio che dal 2020 gestisce il servizio di trasporto pubblico locale in Friuli Venezia Giulia e di cui Trieste Trasporti è parte.

Il dispositivo installato nell’impugnatura del bastone ha componenti miniaturizzati con dimensioni comparabili a quelle di un granello di zucchero. Il bastone è dotato di un altoparlante interno ad alta efficienza e di un connettore jack per collegare cuffie o altoparlanti esterni.

Il sistema consente:

  • di comunicare vocalmente alla persona in attesa alla fermata gli autobus in transito o in arrivo;

  • di prenotare anticipatamente l’autobus tramite un pulsante collocato sul bastone;

  • di avvisare il conducente che alla prossima fermata c’è una persona non vedente in attesa (facendo suonare un segnalatore acustico collocato in prossimità del posto di guida);

  • di indirizzare con un segnale acustico la persona non vedente verso la porta di ingresso anteriore dell’autobus.

Nel 2021 il sistema è stato installato su tutti gli autobus urbani del Friuli Venezia Giulia ed è divenuto standard nazionale adottato dall’Unione Italiana Ciechi. Oggi è utilizzato quotidianamente da molte persone non vedenti residenti sul territorio. Altre aziende di trasporto pubblico locale italiane lo hanno nel frattempo adottato o stanno per farlo. Inoltre hanno manifestando interesse anche diverse aziende europee.


Gli sviluppi della tecnologia

Nata per orientare le persone non vedenti sugli autobus, in questi anni la tecnologia Letismart ha trovato applicazioni anche in contesti diversi:

  • radiofari Letismart installati sui semafori consentono di prenotare il passaggio pedonale e di prolungare il verde fintantoché le persone non abbiano compiuto l’attraversamento (prime sperimentazioni a Padova, Mantova e Trieste, dove il Comune ha sposato e sostenuto l’iniziativa);

  • radiofari installati nei musei consentono di indicare alle persone non vedenti l’ingresso della struttura, i percorsi, la posizione dell’infopoint, dei bagni o delle uscite di sicurezza, oppure di funzionare come delle vere e proprie audioguide;

  • ci sono inoltre delle sperimentazioni in corso anche per orientare le persone non vedenti in contesti commerciali (negozi o ristoranti) o spazi educativi (università o scuole).

Brevetto e certificazione

Letismart è stato adottato come standard nazionale dalla UICI (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti) ed è stato brevettato dalla SCEN insieme con Marino Attini. È inoltre certificato dall’IRIFoR (Istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione nella disabilità visiva) ed è stato testato in collaborazione con l’ANIOMAP (Associazione nazionale istruttori orientamento mobilità autonomia personale).

Che cosa ci ha insegnato Letismart

Le persone con disabilità hanno una un’esperienza e una percezione del mondo uniche e peculiari. L’intuizione che nel 2016 ebbe Marino Attini (allora presidente dell’Unione Italiana Ciechi) fu tanto semplice quanto straordinaria: mentre tutti lavoravano per rendere più funzionale il vecchio sistema a infrarossi (che non avrebbe in nessun caso potuto funzionare), o di sostituirlo con una mobile app, Attini rovesciò completamente la prospettiva e propose di abbandonare l’infrarosso e l’ipotesi dell’app.

Il trasporto pubblico locale è per tantissime persone il primo e spesso l’unico strumento di autonomia: non solo per le persone non vedenti, ma anche per quelle con disabilità motorie, o per quelle affette da autismo. Il mondo dell’associazionismo e delle persone con disabilità e delle loro famiglie è un mondo con cui le aziende di trasporto pubblico locale hanno iniziato a confrontarsi con sempre maggiore attenzione: dialogare in modo più strutturale con il mondo della disabilità serve da un lato a sviluppare risposte e soluzioni innovative (come è successo con Letismart) e dall’altro a sviluppare una maggiore consapevolezza del ruolo e del valore del trasporto pubblico locale, che per chi ha una disabilità è quasi sempre un ruolo essenziale.

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