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Le vetture e i cenni storici

La numero “1”

La motrice tranviaria già contraddistinta con il N° 411 è il più vecchio tram marciante ancora esistente oggi in Europa.

Infatti, allorché il 9 settembre 1902 la SOCIETA’ ANONIMA delle PICCOLE FERROVIE attivò il servizio della linea in questione, questo veicolo venne contrassegnato con il N° 1 nell’ambito di un parco rotabile iniziale di sei unità.

La parte meccanica venne costruita dalla GRAZEN UNION FABRIK, che realizzò anche le vetture tranviarie per la SOCIETA’ del TRAMWAY ELETTRICO COMUNALE di Trieste, mentre la parte elettrica venne allestita dalla OSTERREICHISCHE UNION ELEKTRICITATS GESELLSCHAFT.

L’aspetto esterno era diverso da quello attuale, poiché le due testate erano state allestite senza alcuna protezione per il manovratore che si trovava esposto a tutte le intemperie; a tale scopo, nelle giornate di cattivo tempo, il manovratore indossava una grande mantella impermeabile con la quale proteggeva se stesso ed i comandi.

Tuttavia, qualche anno dopo, verso il 1908, vennero allestite due vetrate di testa mentre in epoca successiva il telaio veniva leggermente allungato per aumentare l’originale capienza di 44 viaggiatori.

Intorno al 1937, con l’entrata in servizio delle prime nuove motrici a carrelli (in dotazione ancora oggi), venne tolta dal servizio e trasformata in carro soccorso, sia per interventi alle motrici guaste (traino) sia per lavorazioni alla linea di contatto (per cui si allestì sul tetto un’apposita piattaforma).

Nel 1992 è stata completamente restaurata dal personale della Trenovia ed ha effettuato la corsa rievocativa a novant’anni esatti dall’inaugurazione della linea nella sua livrea verde adottata a partire dagli anni ’20; dotata di due motori, trasporta 28 passeggeri, tutti seduti.

La numero “6”

In occasione dei festeggiamenti promossi a settembre del 2002 per il centenario della linea tranviaria Trieste-Opicina venne avviata anche l’importante opera di restauro di una seconda vettura tranviaria storica, risalente sempre al 1902 e ferma presso il Museo Ferroviario di Campo Marzio.

La vettura, utilizzata ancora alla fine degli anni ’60 come ”carro torre” (tram attrezzato per lavori), era già stata rimessa a nuovo esternamente nel 1992 dai volontari del Museo Ferroviario triestino; poi l’usura del tempo e l’esposizione alle intemperie avevano nuovamente ridotto il tram in pessimo stato, rendendo assolutamente improrogabile un intervento di recupero.

Dopo minuziosi e complessi lavori di restauro realizzati con passione e grazie all’intervento finanziario dell’Azienda Consorziale Trasporti (proprietaria della vettura), della Trieste Trasporti S.p.A. (gestore del servizio tranviario), della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia, della Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste e dell’Officina Navale Quaiat S.r.l., la consegna della vettura storica N° 6 del famoso ”Tram de Opcina” è diventata realtà.

I lavori hanno comportato una prima fase dedicata allo studio e alla ricerca storica svolta presso archivi e musei storici locali ed austriaci, una seconda fase dedicata alla progettazione dell’intervento ed una terza fase operativa di ricostruzione della vettura stessa.

Anche l’intervento di restauro stesso è stato suddiviso in tre settori: elettromeccanica e meccanica, falegnameria, carpenteria e accessori.

Il ritrovamento in un deposito della Trieste Trasporti S.p.A. dei motori elettrici originali ha permesso, dopo una completa ed accurata revisione degli stessi assieme alla completa revisione e ricostruzione dei controller di comando originali, di ripristinare l’impianto elettrico, usando materiali e normative attuali, secondo lo schema elettrico originale.

L’opera di falegnameria ha comportato l’integrale ricostruzione della cabina in legno in quanto la cabina originale era ormai totalmente compromessa e non più recuperabile.

Le essenze lignee usate sono le medesime impiegate cent’anni fa e specificatamente legno di larice per il telaio cabina e pavimento, di rovere per le panche e parte del pavimento, di mogano per il soffitto, gli allestimenti interni ed esterni e di teak per le modanature di carrozzeria; complessivamente vi è stato un consumo di legname superiore a 5 m3.

Il risultato finale è di notevole impatto sia dal punto di vista visivo sia da quello della fedeltà storica.

La parte meccanica è stata completamente revisionata ed i particolari ricostruiti secondo i disegni progettuali dell’epoca; per gli accessori sono stati realizzati i modelli e le fusioni di tutti i particolari in bronzo e ottone fedeli agli originali così come i lampadari interni ricostruiti da una fabbrica viennese.

Il telaio in acciaio, rimasto originale, è stato completamente revisionato e, ove usurato o danneggiato, rinnovato usando la procedura della chiodatura a caldo in quanto, a quel tempo, la saldatura elettrica non era stata ancora inventata.

La tonalità di colore usata nella verniciatura della carrozzeria è anch’essa quella originale mantenuta fino alla prima metà degli anni ’20.

Di particolare interesse la ricostruzione del trolley di contatto eseguita rispettando il curioso sistema di leve e molle già presente.

Complessivamente l’intervento ha comportato un impiego di circa 8.000 ore di manodopera specializzata, con una cura dei particolari fuori dal comune, degna di altri tempi.

Adesso Trieste può vantare due vetture tranviarie storiche ancora marcianti, la N° 1 e la N° 6, che possono essere noleggiate da associazioni o privati in occasione di manifestazioni, cerimonie o altri eventi importanti.

Cenni storici

09/09/1902

Inaugurazione dell’esercizio della linea a trazione elettrica con locomotori a cremagliera sulla tratta Piazza Scorcola – Vetta Scorcola con motrici a due assi di costruzione austriaca.

1906 – 1936

Attivazione di un prolungamento dall’attuale capolinea sito in via Nazionale, alla stazione ferroviaria di Opicina.

26/04/1928

Apertura all’esercizio dell’impianto funicolare, sostitutivo di quello a cremagliera.

1935 – 1936

Entrata in servizio di 5 motrici a carrello di costruzione Officine Meccaniche STANGA – T.I.B.B. (Tecnomasio Italiano Brown Boveri).

1942

Entrata in servizio di due ulteriori motrici a carrello dello stesso costruttore di quelle precedenti.

06/03/1978

Ripresa del servizio dopo il rifacimento della sede della funicolare; sostituzione dell’armamento e dei due carri-scudo (1a fase).

14/06/1984

Completamento delle opere di adeguamento tecnico alle normative Ministeriali dell’impianto funicolare con l’attivazione di un sistema automatico di funzionamento e controllo (2a fase).